Il 15 marzo scorso è stato pubblicato in G.U. il d. lgs. n. 24/2023, che dà attuazione alla direttiva (UE) 2019/1937 in materia di whistleblowing, che entrerà in vigore il 15 luglio 2023, salvo il termine più ampio del 17 dicembre 2023 per i soggetti del settore privato che abbiano impiegato fino a 249 lavoratori nell’ultimo anno.
Fino alla data del 14 luglio 2023, pertanto, le segnalazioni e le denunce all’autorità giudiziaria o contabile continuano ad essere disciplinate dal previgente assetto normativo e regolamentare previsto per le pubbliche amministrazioni e per i soggetti privati in materia di whistleblowing.
La nuova normativa, che racchiude in un unico testo la disciplina del settore pubblico e privato, ha definito in maniera organica un complesso regime di obblighi e tutele che ampliano le garanzie per i “segnalanti” (e le persone legate al whistleblower da stabili rapporti affettivi o di parentela entro il quarto grado, nonché ai c.d. "facilitatori" e agli enti di proprietà di tutti questi soggetti), al fine di incentivare il sistema di segnalazione che pregiudichi l’integrità dell’ente o l’interesse pubblico.
A tutela dei segnalanti, il decreto introduce
- il divieto di ritorsione, vietando qualsiasi comportamento posto in essere in ragione della segnalazione idoneo a provocare al segnalante un danno ingiusto;
- la limitazione di responsabilità di natura penale, civile o amministrativa a tutela del segnalante che in buona fede e in presenza di fondati motivi atti a ritenere che la divulgazione sia necessaria per svelare la violazione, riveli o diffonda informazioni coperte dall’obbligo di segreto, che godono di diritti di proprietà intellettuale, tutelate da prescrizioni a protezione dei dati personali, offensive della reputazione della persona coinvolta o denunciata.
- norme a tutela della riservatezza sia del segnalato che del segnalante.
In relazione alla tutela della riservatezza, la norma prevede che debbano essere rispettate le previsioni del Reg. UE 2016/679 (GDPR); sul punto il Garante nazionale per la protezione dei dati ha già avuto modo di pronunciarsi con il provvedimento n. 1 del 11 gennaio 2023, analizzato qui per quanto concerne l’uso di piattaforme di terzi.
Altra novità di grande rilevanza appare l’introduzione del nuovo canale esterno di segnalazione – che sarà costituito presso ANAC, nonché la possibilità di effettuare divulgazioni pubbliche, aspetti questi che tuttavia – quanto agli enti privati – appaiono assumere un carattere residuale, dovendosi prediligere il canale interno.
Di recente l'A.N.AC. ha pubblicato un report (https://www.anticorruzione.it/-/whistleblowing) che illustra le novità introdotte, in relazione all'ambito di applicazione, ai canali di segnalazione e alle tutele riconosciute ai segnalanti, sia del settore pubblico che privato.
L’ Autorità, difatti, esercita il potere regolatorio, si occupa di gestire le segnalazioni esterne e detiene il potere sanzionatorio, provvedendo a trasmettere annualmente i dati alla Commissione europea ed è deputata alla tenuta dell’elenco degli Enti del Terzo settore che forniscono alle persone segnalanti misure di sostegno e degli obblighi informativi in caso di ritorsioni.
Si segnala che nel corso dell’esame parlamentare di conversione in legge del D.L. 10 maggio 2023, n. 51, “Disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale" è stato presentato un emendamento proposto da Confindustria in tema whistleblowing che mira ad un differimento al 15 ottobre 2023 del termine di efficacia del D.Lgs. 24/2003 per le imprese con più di 249 dipendenti, in modo da consentire alle società di potersi adeguare alle Linee Guida A.N.AC., ancora in via di emanazione.
In ogni caso, sia gli enti privati già dotati di Modelli 231 che gli enti che ad oggi non hanno adottato un MOG dovranno attivarsi quanto prima per aggiornare o implementare i sistemi di segnalazione whistleblowing, valutandone l’adeguatezza anche ai sensi della disciplina in materia di tutela dei dati personali.