Ricerca scientifica e privacy
Articoli di approfondimento su questa materia che si contraddistingue per una forte interdisciplinarietà.
Il Garante privacy apre le porte alla ricerca scientifica per gli IRCCS: i dettagli
Gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico possono utilizzare i dati raccolti per l’attività clinica per ulteriori finalità di ricerca medica: è quanto ha stabilito il Garante privacy che, nelle sue FAQ, ha dato ampia apertura sull’uso dei dati, potenziamento del trasferimento di tecnologia e titolarità delle invenzioni
Ricerca scientifica: troppe norme privacy (italiane e Ue) confondono pazienti e mercati
La gestione dei dati nella ricerca scientifica è complessa e in continua evoluzione. Recenti modifiche legislative italiane e normative Ue, come il DDL sull’AI, il GDPR, l’AI Act e l’Health Data Space, mirano a bilanciare protezione dei dati e innovazione. Tuttavia, la mancanza di armonizzazione tra pubblico e privato e l’obbligo di consenso creano ancora incertezze applicative.
Le nuove regole privacy per gli studi retrospettivi: la vittoria dell’accountability nella ricerca scientifica
L’approvazione dell’emendamento all’art. 110 del Codice Privacy sembra aprire una nuova era del trattamento dei dati a fini di ricerca scientifica. Lo scorso 29 aprile è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto “PNRR bis”, che ha apportato l’attesa modifica alla norma che disciplina il trattamento di dati personali a fini di ricerca medica, biomedica ed epidemiologica. L’eliminazione dell’obbligo di consultare il Garante Privacy per poter svolgere studi retrospettivi senza il consenso dei pazienti è il lodevole risultato raggiunto dalla riforma. Una scelta di buon senso, che agevola la ricerca scientifica – settore da sempre “favorito” nella ratio del GDPR – e che nulla toglie alle garanzie di protezione dei dati dei pazienti. Vediamo perché.
Ricerca scientifica: perché l’art. 110 del Codice Privacy va ripensato
l'Avv. Anna Cataleta, Senior Partner di P4I e Senior Advisor presso l’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection (MIP) e Avv. Silvia Stefanelli, co fondatore dello Studio Legale Stefanelli, commentano una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea che esplora l’interpretazione dell’art. 9 GDPR, in particolare sulla legittimità del trattamento dei dati sensibili da parte di un datore di lavoro per valutare l’inabilità di un dipendente. La decisione solleva questioni sulla discrezionalità degli Stati membri e sulla conformità dell’art. 110 del Codice Privacy italiano con il quadro comunitario.
Ricerca scientifica e farmacovigilanza: il primo codice di condotta del Garante privacy spagnolo
Il Garante privacy spagnolo ha approvato il “Codice di condotta per il trattamento dei dati personali nel campo della sperimentazione clinica e di altre ricerche cliniche e farmacovigilanza” promosso da Farmaindustria. Il suo ambito di applicazione è nazionale: tuttavia, il Codice ambisce a rappresentare un punto di riferimento a livello europeo, in quanto è il primo codice ad essere approvato in Europa in questo settore dall’entrata in vigore del GDPR.
ICO pubblica la bozza di guida sulle disposizioni di ricerca: quali novità?
Il Garante Inglese ha pubblicato una bozza di guida sulle disposizioni di ricerca all’interno del regolamento generale sulla protezione dei dati del Regno Unito (“UK GDPR”) e del Data Protection Act (“DPA”). La bozza rimarrà in consultazione pubblica fino al 22 aprile 2022. In questo articolo si riportano alcuni dei punti essenziali esaminati dal Garante Inglese.