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Se i dati sono il nuovo petrolio, come garantire la libera circolazione e lo sfruttamento economico dei dati personali e non personali? Un nuovo ciclo di approfondimenti
Il rilevante ed incalzante processo di digitalizzazione che da tempo caratterizza l’economia mondiale, ha indotto negli ultimi anni l’Unione europea a valutare e conseguentemente a realizzare interventi legislativi incentrati sull’attuazione della politica europea dei dati.
La diffusione di servizi di Cloud Computing, l’Internet delle cose e la progettazione di sistemi di Intelligenza Artificiale hanno infatti spinto il legislatore europeo ad elaborare un complesso di norme che ogni giorno sono tenute a confrontarsi ed adeguarsi all’era digitale, cercando però sempre di rimanere per quanto possibile, al passo con il progresso tecnologico.
Lo sviluppo di strutture innovative ha consentito la creazione di una vera e propria “economia digitale”, che necessariamente va ad intersecarsi con il tema dei flussi di dati e del relativo trattamento e circolazione dei dati personali e non personali.
L’innovazione tecnologica, “nutrita” da un’enorme massa di dati personali e non personali, necessita per il proprio sviluppo della libera circolazione dei dati all’interno del territorio dell’Unione europea, senza che vengano posti ostacoli alla loro archiviazione, importazione/esportazione, e ciò al fine di consentire un passaggio più agevole tra infrastrutture e servizi cloud.
Negli ultimi anni, la Commissione europea, ha incentrato così il proprio intervento legislativo sull’esigenza di garantire la libera circolazione dei dati tra gli Stati membri, e ciò al solo scopo di creare un sistema di produzione e scambio di dati basato su tecnologie informatiche.
Attività di studio, consultazione e approfondimento da parte della Commissione europea hanno reso possibile la realizzazione di due importanti regolamenti, il primo (molto noto) del 2016 sui dati personali, il secondo (meno conosciuto ma non per questo meno importante) sui dati non personali:
- Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR) relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati, che ha abrogato la precedente direttiva 95/46/CE sulla protezione dei dati;
- Regolamento (UE) 2018/1807 relativo al quadro applicabile alla libera circolazione dei dati non personali nell’Unione europea, che si applica dal 28 maggio 2019.
Come evidenziato nella comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio del 25/05/2019 “grazie ai due regolamenti, i dati possono circolare liberamente tra gli stati membri, consentendo agli utenti dei servizi di trattamento di dati di utilizzare i dati raccolti nei diversi mercati dell’UE per migliorare la loro produttività e competitività”.
In questa sede, preme in particolar modo approfondire le questioni relative ai dati non personali, la loro regolamentazione a livello europeo e i conseguenti riflessi nella cosiddetta “economia dei dati”, come nel caso della disciplina dei rapporti tra fornitore di servizi cloud e cliente, della certificazione di sicurezza dei servizi, oppure della raccolta organizzata di dati in banche dati, con un focus sulla libera circolazione, sulle forme contrattuali utilizzabili e quindi sulle possibilità di sfruttamento a livello economico.
Il presente articolo è solo la presentazione di una rubrica dedicata alla libera circolazione dei dati, con approfondimenti specifici che seguiranno nel corso delle prossime settimane, i cui temi principali presentiamo di seguito.