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Le licenze per il riuso degli Open Data
Come possiamo acquisire gli Open Data della Pubblica Amministrazione?
LA DATA DRIVEN INNOVATION
L’espressione Data Driven Innovation identifica una politica economica legata all’uso di dati e statistiche per migliorare o favorire la creazione di nuovi prodotti, processi, sistemi organizzativi o mercati; dati relativi non solo alle attività ed alle abitudini degli utenti in rete ma anche a tutta quella massa di dati raccolti quotidianamente da dispositivi wearable, cellulari, macchine intelligenti, macchine industriali, sistemi di videosorveglianza nonché dalle pubbliche amministrazioni.
In realtà la realizzazione di una politica di sviluppo legata all’analisi ed all’impiego dei dati, non può prescindere dalla messa a disposizione dei dati detenuti dalle pubbliche amministrazioni, i c.d. Open Data.
Sullo sviluppo della politica, soprattutto comunitaria, in materia di riutilizzo degli Open Data abbiamo scritto in un ulteriore nostro contenuto "Gli Open Data e il riutilizzo dell’informazione da parte degli operatori economici", analizziamo ora brevemente quali possono essere le tipologie di licenze utilizzate per la messa a disposizione dei dati.
IL PRINCIPIO DELLA GRATUITA’ DEI DATI
Il principio cardine che permea l’intera disciplina degli Open Data, confermato anche dalla recente Direttiva 2019/1024 è quello della gratuità dei dati; le informazioni gestite dalle pubbliche amministrazioni per i loro fini istituzionali non possono essere trattate alla stregua di beni delle stesse PP.AA. da cui trarre un utile, per cui la richiesta di un eventuale corrispettivo per il loro riutilizzo è giustificata solo nei limiti della necessità di coprire i costi sostenuti per la riproduzione, la messa a disposizione e la divulgazione dei dati.
L’eventuale costo pertanto deve essere legato unicamente alla qualità del servizio reso ovvero alla possibilità di accedere ai dati in un formato aperto.
OPEN DATA BY DEFAULT
L’art. 52 del CAD (Codice Amministrazione Digitale) stabilisce che “i dati e i documenti che le amministrazioni titolari pubblicano senza l’espressa adozione di una licenza si intendono rilasciati come dati di tipo aperto”.
Sulla base di questo principio quando una amministrazione decide di pubblicare un dato si presume che quel dato sia liberamente utilizzabile senza alcuna limitazione.
Le amministrazioni possono prevedere l’uso di licenze solo se ciò si rende necessario per il rispetto di altre normative, come il GDPR, la tutela dei segreti commerciali ed industriali e comunque motivando la scelta.
LE TIPOLOGIE DI LICENZE
Le linee guida del 2017 dell’AgID indicano alcune tipologie di licenze standard, che prevedono che i dati resi disponibili in formato open dalle PP.AA. possono essere licenziati con richiesta di attribuzione della paternità dei dati e, eventualmente, con la richiesta di ri-condivisione dei dati sempre in formato aperto.
Le licenze che impongono di indicare la paternità dei dati permettono al licenziatario di copiare, distribuire ed esporre al pubblico i dati nonché di modificarli anche per fini commerciali, con l’unico obbligo di indicare la paternità dei dati, fornendo un link alla licenza ed indicando le eventuali modifiche apportate; si tratta delle c.d. Licenze Creative Commons – Attribuzione (CC-BY). Il licenziatario dovrà indicare l’amministrazione titolare dei diritti, il tipo di documento che è stato riutilizzato, l’autore delle eventuali modifiche (mashup) così da non creare confusione rispetto all’origine del documento.
Le licenze che impongono anche di ri-condividere in formato aperto i dati elaborati ammettono il riutilizzo dei dati anche a fini commerciali a condizione che la distribuzione degli eventuali lavori derivati segua la medesima identica licenza che governa i dati di partenza.
In Italia sono state elaborate due tipologie di licenze nazionali:
- IODL versione 2.0 che permette al licenziatario di riutilizzare i dati e creare un lavoro derivato utilizzando vari dataset
- IODL versione 1.0 che impone l’obbligo per il licenziatario di pubblicare e condividere i lavori derivati con la stessa licenza.
Infine per consentire la reale fruizione di rilevanti masse di dati è necessario che le PP.AA. mettano a disposizione dati di qualità, che siano chiari, aggiornati, precisi e comprensibili (principi sanciti a livello internazionale dal G8 Open Data Charter).