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La P.A., in fondo, è sempre .... un acquirente privato
Interessante la sentenza del Consiglio di Stato sulla corretta interpretazione del concetto di “algoritmo di trattamento” di pacemaker di alta fascia da acquistare, ai fini dell’assegnazione dei relativi punteggi qualitativi.
La disciplina speciale di una gara stabiliva infatti d’assegnare 15 punti al concorrente in grado d’offrire un pacemaker con “algoritmo di prevenzione + trattamento delle tachiaritmie atriali”, mentre disponeva 7 punti per i prodotti dotati o solo del primo (“algoritmo di prevenzione”) o solo del secondo requisito (“trattamento delle tachiaritmie atriali”).
Per procedere alla corretta assegnazione di tali punti, tuttavia, la P.A. appaltante avrebbe dovuto in lex specialis chiarire con estrema precisione cosa intendesse per ciascuno di detti requisiti, stante la costante evoluzione tecnologica tale per cui il concetto di “algoritmo” ad oggi risulta estremamente vago ed indefinito.
Il TAR periferico aveva così proceduto ad un’interpretazione letterale (ex art. 1362 cod.civ.) del contenuto delle prescrizioni di gara, mentre il Consiglio di Stato, con una posizione sostanzialistica - del tutto condivisibile - accede invece ad un’interpretazione differente che non “parte” del testo della lex specialis ma dagli effettivi “desiderata” di ARIA, sul presupposto che "le esigenze dell’amministrazione sono il prius [.] e non possono essere [.] pretermesse o prevaricare".
In quanto "Diversamente ragionando si darebbe la stura ad un processo di eterogenesi dei fini", per cui le procedure di gara si tramuterebbe “da strumento ’servente’ a vincolo ‘condizionante’ lo stesso fabbisogno dell’amministrazione".
In altri termini il Supremo giudice amministrativo afferma che, in fondo, "l’amministrazione [.] rimane pur sempre un acquirente, in nulla dissimile rispetto ad un privato" e che lo scopo delle procedure d’acquisto dev’essere quello di soddisfarne le esigenze, così come il lavoro dell’interprete dovrebbe essere quello di “comprendere cosa l’amministrazione abbia veramente chiesto”.
La pronuncia in commento si caratterizza, dunque, per una decisa presa d’atto della reale funzione delle gare nonché per il forte monito con cui si vuole riaffermare, superando vuoti formalismi, l’assoluta prevalenza del soddisfacimento sostanziale dei fabbisogni della P.A..