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Banche dati e sviluppo di un software: quali sono le problematiche giuridiche?

18/05/2022
Ilaria Nanni

Grazie all’evoluzione tecnologica, è possibile creare software che verranno impiegati in svariati settori economici, quali ad esempio software predittivi per dispositivi medici, software gestionali, oppure software tecnici per l’edilizia, architettura ed ingegneria.

Creare un software per computer, rappresenta un’attività di “risoluzione dei problemi”, secondo il metodo del problem solving, basata su una serie di fasi, tra cui lo sviluppo dell’algoritmo.

Nello specifico, affinché gli algoritmi possano compiere le operazioni necessarie alla risoluzione dei problemi, devono essere validati/allenati mediante dati selezionati dal programmatore e provenienti da database.

Occorre tuttavia prestare attenzione alla tipologia di dati che si intende utilizzare, poiché potrebbero essere assoggettati alla normativa in materia di privacy, essere concessi in licenza, oppure risultare “open”.

Il problema si pone pertanto qualora si intendesse creare un software che verrà destinato alla commercializzazione, soprattutto relativamente ai necessari adempimenti da svolgere per l’utilizzo dei dati impiegati per lo sviluppo dell’algoritmo.

Quali sono le modalità di accesso alle banche dati?

L’accesso e l’utilizzo dei dati presenti nei database può essere conseguito mediante:

  1. Licenze d’uso

La normativa comunitaria (Dir. 96/9/CE) prevede una serie di diritti in capo all’autore della banca dati, il quale avrà diritto esclusivo di eseguire o autorizzare la riproduzione, distribuzione, traduzione o adattamento dell’opera ma anche di vietare operazioni di estrazione e di reimpiego della totalità o di una parte sostanziale della banca dati.

I dati presenti nei database possono quindi essere concessi in licenza dal loro autore, mediante l’indicazione espressa delle modalità e finalità di utilizzo dei dati, la possibilità o meno di condivisione, i soggetti che possono accedervi ed eventuali penali in caso di violazione.

Spesso accade infatti che l’accesso alle banche dati avvenga mediante licenze concesse a titolo gratuito, ma per soli fini di ricerca scientifica, non consentendone pertanto l’impiego commerciale.

Nel caso in cui si intendesse utilizzare per fini commerciali i dati presenti in un database concesso in licenza, occorrerà dunque prestare particolare attenzione ai seguenti aspetti:

  • verificare che la licenza consenta la possibilità di utilizzare per scopi di lucro i dati impiegati per l’addestramento e la validazione dell’algoritmo;
  • oppure, nel caso in cui ciò non sia contrattualmente previsto, tentare di negoziare specifiche licenze di utilizzo con il titolare della banca dati al fine di poter includere i risultati ottenuti nel software destinato alla commercializzazione.
  1. Open data

Sempre più diffuso è inoltre l’impiego di Open data, messi a disposizione dall’Agenzia per l’Italia Digitale al fine di essere utilizzati da programmi informatici destinati allo sviluppo di nuovi servizi per i cittadini.

Si tratta di dati condivisi da amministrazioni pubbliche quali Comuni, Regioni o enti locali, aventi ad oggetto diversi settori economici come salute, istruzione, cultura e sport, scienza e tecnologia ecc.

I dati e documenti “open” pubblicati sul sito www.dati.gov.it  salvo ove diversamente indicato, sono messi a disposizione con licenza Creative Commons BY 4.0, e sono quindi liberamente distribuibili e riutilizzabili, a condizione che sia sempre citata la fonte e ove possibile riportato l’indirizzo web della pagina originale.

Il vantaggio risiede dunque nella possibilità di estrarre, riutilizzare, riprodurre e condividere tutti i contenuti della banca dati ed eventualmente di incorporarli in una nuova banca dati realizzata dal programmatore, liberamente e a titolo gratuito, assolvendo l’unico onere di menzione della fonte.

Alcune considerazioni

Molteplici sono le possibilità di sfruttamento dei dati, costituendo un’importante opportunità per le imprese e per gli operatori economici presenti sul territorio nazionale.

Ciò nonostante, rimangono alcune cautele da prestare, esaminando accuratamente la provenienza dei dati che si intende impiegare e soprattutto verificando che le banche dati a cui si è avuto accesso consentano un riutilizzo dei dati libero e a titolo gratuito.