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Il c.d. “Triage in emergenza pandemica”: il parere del Comitato Nazionale di Bioetica

20/04/2020
Silvia Pari
Parere Comitato Nazionale Bioetica

È di pochi giorni fa, a circa un mese di distanza dal documento pubblicato dalla SIAARTI in tema di accesso alle cure intensive in epoca di pandemia (si veda, a tale proposito, il contributo “La responsabilità professionale sanitaria all’epoca del Covid-19: alcuni spunti di riflessione” del 17 Marzo scorso), il parere del Comitato Nazionale di Bioetica sul medesimo argomento, che, tuttavia, adotta un approccio di matrice assai diversa.

Mentre, infatti, la SIAARTI puntava l’attenzione sulla necessità di criteri di accesso alle cure intensive – laddove ci si trovi in una situazione, come quella attuale, di grave carenza di risorse – che abbiano riguardo non soltanto alla appropriatezza clinica ma, altresì, a un concetto di giustizia distributiva fondato su di una corretta allocazione delle risorse sanitarie, da attuarsi anche tenendo conto degli indicatori dell’età e della maggiore speranza di vita del paziente, il CNB “(…) riconosce il criterio clinico come il più adeguato punto di riferimento per l’allocazione delle risorse, ritenendo ogni altro criterio di selezione, quale ad esempio l’età, il sesso, la condizione e il ruolo sociale, l’appartenenza etnica, la disabilità, la responsabilità rispetto a comportamenti che hanno indotto la patologia, i costi, eticamente inaccettabile (…)”.

Ed ecco che le regole del c.d. “triage in emergenza pandemica” non possono essere quelle tradizionali, dovendo essere ripensate sulla base dell’eccezionalità del momento. In tal senso le tre parole chiave, che devono guidare e orientare la riflessione, diventano:

  • “Preparedness”, ossia la capacità del sistema sanitario di predisporre strategie di azione per le situazioni eccezionali, nelle quali si genera un potenziale conflitto fra la necessità di assicurare il massimo beneficio al maggior numero di pazienti e la necessità di tutelarne ogni singolo;
  • “Appropriatezza clinica”, ossia la valutazione in ordine all’efficacia del trattamento rispetto al bisogno clinico di ciascun paziente, avuto riguardo alla gravità delle sue condizioni e alle possibilità prognostiche di guarigione;
  • “Attualità”, ossia la necessità di valutare individualmente il paziente, nel “qui e ora”, senza tralasciare la prospettiva, più ampia, della generalità dei pazienti in trattamento, sottoponendo a revisione periodica le priorità e le liste d’attesa.

Individuati i criteri di cui sopra come supporto alla classe medica nell’individuazione della strada da percorrere, non mancano, infine, nelle parole del CNB, la gratitudine per l’impegno profuso dagli operatori sanitari in questo momento emergenziale, nonché l’auspicio che vengano poste in essere misure adeguate per limitare gli eventuali profili di responsabilità professionale degli operatori medesimi in relazione alle attività svolte per fronteggiare l’emergenza, bloccando sul nascere la potenziale – pur indesiderabile – proliferazione di contenziosi giudiziari.


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Questo articolo fa parte della rubrica "Emergenza Coronavirus: focus per le imprese". Vedi qui gli altri approfondimenti