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La responsabilità professionale sanitaria all’epoca del Covid-19: alcuni spunti di riflessione

17/03/2020
Silvia Pari
Raccomandazioni SIAARTI

L’attuale situazione di emergenza sanitaria, caratterizzata da dinamiche e proporzioni del tutto inattese, sta mettendo a dura prova la tenuta del nostro sistema sanitario, imponendo ritmi e sfide di non facile gestione ed elaborazione.

I principi dell’assistenzialismo e del libero accesso alle cure per tutti – pilastri fondanti del nostro Servizio Sanitario Nazionale sino dall’epoca della sua costituzione – sono oggi costretti a dialogare, in maniera forzata, con il sempre più profondo squilibrio tra necessità cliniche reali e disponibilità effettive di risorse.

Lo scenario attuale, specie nelle zone del nostro Paese più colpite dall’epidemia, richiede, infatti, sempre più, all’atto di decidere il percorso terapeutico cui sottoporre un paziente, di coordinare appropriatezza clinica e proporzionalità delle cure con la necessità di una corretta allocazione delle risorse sanitarie, oggi più che mai limitate (o, quantomeno, in via di limitazione).

In questo momento storico, infatti, ha fatto il proprio prepotente ingresso, nel dialogo medico, il tema della disponibilità delle risorse: detto aspetto, che di norma non entra così esplicitamente nel processo decisionale relativo al singolo caso, è, invece, oggi, uno dei temi preponderanti, dal momento che le risorse disponibili stanno velocemente diminuendo fino al punto di non consentire a tutti coloro che potrebbero, ipoteticamente, beneficiare di uno specifico trattamento clinico, di farvi ricorso.

Questi e altri ancora sono gli aspetti messi in evidenza dalla SIAARTI (“Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva”) che, il 06 Marzo scorso, ha pubblicato un documento denominato “Raccomandazioni di Etica Clinica per l’Ammissione a Trattamenti Intensivi e per la loro Sospensione in Condizioni Eccezionali di Squilibrio tra Necessità e Risorse Disponibili”.

L’obiettivo è quello di guidare gli operatori sanitari, in questo difficile momento, nel percorso di  cura e nell’adozione delle scelte terapeutiche cui oggi è sempre più richiesto di essere adeguate e giustificate non soltanto dal punto di vista clinico ma, altresì, sotto il profilo economico, in un difficile contemperamento fra necessità astratte e possibilità concrete.

E non v’è chi già non abbia notato come lo scenario sopra descritto possa avere importanti – pur se non auspicate – ripercussioni sul tema della responsabilità professionale sanitaria.

E’ di pochi giorni fa, infatti, la notizia delle indagini già avviate da alcune Procure, tese a comprendere se taluni decessi o, addirittura, la propagazione di taluni focolai possano essere ricondotti a responsabilità delle strutture che hanno avuto in cura i pazienti colpiti da contagio.

Per non parlare, poi, sempre in tema di responsabilità, dei rischi connessi al possibile misconoscimento della patologia virale (la cui sintomatologia è spesso confusa e confondente e, in ogni caso, in continua evoluzione) oppure ancora della probabile esplosione di richieste risarcitorie relative a contagi che si presumono contratti proprio all’interno del nosocomio.

Sino ad arrivare a quegli scenari, propri della c.d. “medicina delle catastrofi” di cui si diceva sopra, dove a essere messe al vaglio della magistratura potrebbero essere le scelte di quei sanitari che si siano, in ipotesi, trovati costretti a scegliere di sottoporre a trattamento intensivo un paziente in luogo di un altro, laddove si rivelasse effettivamente impossibile garantire a tutti l’accesso a cure del medesimo livello di intensità.

Trattasi, a oggi, di scenari soltanto abbozzati, rispetto ai quali prevale la speranza che un momento di emergenza – come quello attuale – aiuti a ritrovare i giusti valori e i corretti equilibri in un mondo, quello della sanità, ove, negli ultimi decenni, si è assistito, al contrario, a uno squilibrio sempre più gravoso fra un supposto “diritto alla guarigione” dei singoli e un, altrettanto supposto, “dovere di perfezione” dei professionisti della salute.


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Questo articolo fa parte della rubrica "Emergenza Coronavirus: focus per le imprese". Vedi qui gli altri approfondimenti