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Sicurezza sui luoghi di lavoro: per i prodotti pericolosi la formazione deve essere “specifica”
Cassazione penale Sentenza, Sez. IV, 27/09/2010, n. 34771
La Corte di Cassazione ha ribadito l'importanza della formazione specifica per i lavoratori a carico del datore di lavoro.
L'infortunio in questione riguardava la pulitura di una cisterna di un autoarticolati all'interno della quale c'erano dei residui di resina. Il lavoratore nel provvedere alla pulitura della cisterna e deceduto a causa di un'esplosione.
Dalle indagini emergeva cha la violenta deflagrazione era stata cagionata dall'utilizzo improprio di un solvente chimico, usato per eseguire le operazioni di pulitura da parte del lavoratore stesso.
Piu precisamente, secondo il Tribunale di merito il fatto era stato causato dall'omessa adozione degli accorgimenti necessari per il lavaggio delle cisterne, in particolare dal non aver impedito al lavoratore di non utilizzare il lavaggio ad acqua calda e l'assenza di formazione specifica sull'utilizzo del solvente "Kimicar" indicato come a rischio di esplosioni.
Il caso arriva davanti alla Corte di Cassazione Sezioni Penali che emette una interessante sentenza sull'estensione degli obblighi di formazione e di informazione in materia di sicurezza gravanti sul datore di lavoro.
Secondo i giudici di legittimita, lo scorretto utilizzo del prodotto da parte del lavoratore, non solo non poteva essere considerato una "causa da sola sufficiente a cagionare l'evento", bensi, viceversa, indicava l'inadempimento del datore di lavoro degli obblighi di formazione e informazione che la legge (ora il D.Lgs. n. 81 del 2008) pone a suo carico.
Il "debito di sicurezza" cui e tenuto il datore nei confronti del lavoratori, precisa la Corte di Cassazione, prevede, tra l'altro, l'obbligo di informare i dipendenti dei rischi per la salute e la sicurezza in relazione all'attivita svolta nell'impresa nonche di svolgere adeguata formazione in materia di sicurezza. L'inadempimento di tale obbligo, laddove cagioni un evento dannoso, e pertanto idoneo ad integrare l'addebito colposo nei confronti del datore di lavoro.
La Suprema Corte ha ritenuto che affinche l'obbligo di sicurezza previsto dalle citate norme possa dirsi assolto, e necessario che il lavoratore sia informato sui rischi specifici derivanti dall'utilizzo del prodotto.
Tale specificita non deve fermarsi i all'esplicitazione di un mero divieto (es. non utilizzare acqua calda o fredda), ma deve indicare le conseguenze per la sicurezza e la salute che determinate modalita di lavoro possono comportare (es. l'uso di acqua calda aumenta il rischio di esplosivita del prodotto).
In sintesi, al lavoratore non deve essere trasmessa la sola regola, ma deve altresi essere messo la corrente della sua ratio ovvero del rischio che essa mira ad eliminare o minimizzare.
Nel caso di specie l'informazione fornita del datore di lavoro non soddisfaceva tali requisiti, anche in ragione del fatto che lo specifico rischio, poi concretizzatosi nell'incidente mortale, non era stato preso in considerazione dal documento di valutazione dei rischi. Tale omissione porta logicamente alla conclusione che i lavoratori sul punto non avessero ricevuto alcune specifica informazione e formazione.