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Relazione annuale 2024 ANAC: qualche spunto di riflessione
In data 20 maggio u.s. si è tenuta in Parlamento la presentazione della Relazione annuale dell’A.N.AC., come noto l’Autorità indipendente che controlla e vigila sul mercato nazionale degli appalti pubblici e, come sempre, la lettura di detta Relazione offre importanti spunti di riflessioni per chi opera in questo particolare settore dell’economia reale.
Il primo dato che rileva - per quanto concerne il settore degli appalti - è il forte calo del numero delle gare indette nel 2024, dovuto ad una flessione dello - 11,5% di procedure sui lavori e di un -3,6% di quelle sulle forniture, mentre si è registrato un aumento delle gare del + 10,7 % nei servizi.
Detta flessione viene motivata dal fatto che, dal 1 gennaio 2024, è entrato definitivamente in vigore l’obbligo di digitalizzazione di tutte le procedure che, con ogni probabilità, ha creato qualche difficoltà d’indizione da parte delle Stazioni appaltanti.
In conseguenza è calato anche il complessivo valore delle gare, pari ad un - 4,1% rispetto al 2023, con una contrazione molto significativa nei lavori (-38,9%), a fronte invece di un aumento del + 18,9% nelle forniture (pur a fronte, come sopravisto, di un numero di gare inferiore) nonché di un + 10,1% sui servizi.
Per quanto concerne i settori quello ordinario la fa da padrone, costituendo il 91,9% del totale numero di procedure indette nonché il 78,2% del valore complessivo delle medesime.
Per quanto riguarda invece le categorie, i beni maggiormente acquistati nel 2024 sono stati i farmaci, con un aumento del + 37,2% rispetto all’anno scorso ed un valore complessivo di oltre 40 miliardi di euro, mentre tra i servizi quelli relativi all’assistenza sociale costituiscono la maggior spesa, con un aumento del + 72,8% sul 2023.
Quanto infine alla tipologia procedimentale, occorre distinguere anche in tal caso tra il numero di gare maggiormente indette ed il valore delle medesime; così, se gli affidamenti diretti e le procedure negoziate senza pubblicazione del bando vedono un aumento del +77% (giungendo a rappresentare addirittura il 92% delle gare esperite), il loro valore economico è tuttavia quasi irrilevante (poco più del 6,1% del complessivo transato in Italia).
In ogni caso il Presidente ANAC ha stigmatizzato l’eccessivo utilizzo degli affidamenti diretti, anche in considerazione del fatto che il D.Lgs.n. 36/2023 ha significativamente elevato la soglia (da 40.000 € a 140.000 € per beni e servizi) sotto al quale si può affidare anche senza acquisire più di 1 offerta, così come ha evidenziato il continuo utilizzo del ’frazionamento artificioso’ dei lotti per restare sotto alle soglie di legge, spesso anche utilizzato per eludere l’obbligo di qualificazioni delle stazioni appaltanti.
Non poteva infine mancare un breve cenno al tema della sicurezza sul lavoro nonché alla tutela dei diritti dei lavoratori ed, a tal proposito, il Presidente da un lato ha “suggerito” di collegare il sistema della ‘patente a punti’ con le banche-dati tenute dall’ANAC, dall’altro ha confermato come il timore di una mancanza di tutela lavoristica derivi dalla “liberalizzazione” del subappalto che, specie se realizzato “a cascata” – e non giustificato da ragioni sostanziali legate all’oggetto dell’appalto - è (quantomeno presumibile) che conduca ad una erosione delle tutele dei lavoratori.
Per maggior approfondimenti su questi temi Vi suggerisco la lettura del cap. 5 della Relazione ANAC .