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Il protocollo nazionale per la realizzazione di piani vaccinali aziendali e le indicazioni operative dell’INAIL

15/04/2021

Il 6 aprile c.a. è stato firmato, congiuntamente da Governo, aziende e sindacati, il “Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-COv-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro”; tale protocollo è accompagnato da un ulteriore documento realizzato dall’INAIL, “Indicazioni ad interim per la vaccinazione anti-SARS-Cov-2/COVID-19 nei luoghi d lavoro”, il quale predispone gli indirizzi operativi necessari per l’attuazione dell’iniziativa.

Il testo definitivo delle indicazioni è stato diffuso il 13 aprile.

Gli obiettivi dell’iniziativa sono quelli di integrare la campagna vaccinale nazionale al momento attiva, prevedendo un’ulteriore modalità di somministrazione del vaccino anti SARS-Cov-2/Covid-2 presso le imprese, e di rendere maggiormente sicuri i luoghi di lavoro.

Invero, destinatari di tali provvedimenti sono i lavoratori e i datori di lavoro.

Più esattamente, il protocollo prevede la possibilità, in capo al datore di lavoro interessato e alle associazioni di categoria di riferimento, di predisporre un piano di vaccinazione dei dipendenti da eseguirsi in locali adibiti dall’impresa.

Siffatto piano dovrà essere sottoposto all’approvazione dell’Azienda Sanitaria competente per territorio.

Si precisa che l’iniziativa in oggetto, sebbene coinvolga il privato in maniera importante, come vedremo di seguito, è un’attività di sanità pubblica, pertanto le Aziende Sanitarie si occuperanno, oltre che delle valutazioni di idoneità necessarie, anche del monitoraggio del procedimento nella sua interezza.

Ciò detto, quali sono i requisiti per l’avvio della programmazione vaccinale in azienda? E con quali modalità deve essere svolta tale attività sanitaria?

A questi quesiti rispondono le indicazioni redatte dall’INAIL.

I requisiti aziendali

L’azienda che intenda avviare una programmazione vaccinale deve:

  • Avere un numero di dipendenti “sufficientemente numeroso”; in caso di realtà più piccole si ammettono modalità organizzative che si estendano a dipendenti di più imprese.

Sul punto, si evidenzia che il documento non fornisce parametri per addivenire ad una stima del numero adeguato di dipendenti;

  • essere sita nel territorio dell’Azienda Sanitaria che procura i vaccini;
  • essere dotata di una forma organizzativa tale da evitare assembramenti e permettere il normale svolgimento del lavoro.

In tal senso, l’impresa dovrà avere spazi dedicati all’attività vaccinale (interni, esterni o mobili dichiarati idonei dall’ASL), personale qualificato per l’esecuzione del vaccino e attrezzature utili all’espletamento dell’attività, tutti in proporzione al volume di attività previsto.

Qualora non sia presente il medico competente, sarà possibile avvalersi della collaborazione di personale sanitario esterno.

L’impresa dovrà anche attrezzarsi per le eventuali reazioni avverse, definite “a rapida insorgenza”, per le quali sia necessario intervenire immediatamente.

Le modalità di esecuzione del vaccino

L’accesso alla vaccinazione è su base volontaria e, l’eventuale rifiuto di tale prestazione, non preclude al lavoratore l’accesso al piano vaccinale nazionale.

Il dipendente, prima della somministrazione, deve avere un colloquio con il medico competente, il quale fornirà le informazioni necessarie relative al vaccino e valuterà le condizioni di salute dello stesso.

Ovviamente, come per ogni trattamento sanitario, il paziente dovrà prestare il consenso informato che sarà raccolto dal medico.

L’azienda dovrà garantire l’erogazione della seconda dose di vaccino, ove prevista.

Sistema di registrazione

Le indicazioni prevedono che il trattamento vaccinale sia oggetto di registrazione: in particolare si dovranno annotare, in formato telematico, oltre che le informazioni relative all’esecuzione del vaccino, gli eventuali effetti avversi e le risultanze dell’osservazione post vaccinazione. Ciò significa che l’operazione di registrazione dovrà avvenire nel luogo di effettuazione e contestualmente alla prestazione del trattamento.

Le modalità di svolgimento della registrazione sono previste dalle singole Regioni.

Oneri

Dal punto vista economico, il carico dell’intera operazione è stato così ripartito: i vaccini, i dispositivi per la somministrazione del farmaco, i dispositivi per la registrazione delle prestazioni e la messa a disposizione degli strumenti formativi del personale sono a carico del Servizio Sanitario pubblico.

Le ulteriori spese, come, ad esempio, i costi derivanti alla predisposizione dei luoghi per le vaccinazioni, sono in capo al datore di lavoro o alle associazioni di categoria di riferimento.