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PROTOCOLLI LEGALITA': la mancata sottoscrizione e causa d'esclusione dalle gare
Corte di Giustizia Europea, 22/10/2015 n. C-425/14
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa Siciliana aveva rimesso alla Corte di Giustizia Europea (CGE) la questione relativa alla compatibilità dell'art. 45 della Direttiva 2004/18/CE (che stabilisce un elenco tassativo di cause d'esclusione nelle procedure di gara) con la norma introdotta dall'art. 17, Legge 6/11/2012 n. 190 secondo cui “le stazioni appaltanti possono prevedere negli avvisi, bandi di gara o lettere d'invito che il mancato rispetto delle clausole contenute nei protocolli di legalità o nei patti di integrità costituisce causa di esclusione dalla gara.”
La predetta norma era stata introdotta nell'ordinamento italiano con il preciso scopo di prevenire e contrastare il fenomeno delle infiltrazioni della criminalità negli appalti attraverso l'inserimento, nei bandi di gara, dei cd. “Protocolli obbligatori di legalità”, da far sottoscrivere obbligatoriamente ai concorrenti.
La CGE, seppur rilevando l'inapplicabilità della Direttiva europea alla procedura in questione (di valore inferiore alla soglia comunitaria), ha parimenti ritenuto applicabili i principi generali del TFUE, trattandosi in ogni caso di appalti di rilevanza comunitaria (per via della partecipazione di imprese straniere alla gara).
La stessa Corte ha poi riconosciuto come ogni Stato membro possieda un potere discrezionale nell'adozione delle misure volte a garantire il rispetto del principio di parità di trattamento e trasparenza, in grado d'individuare norme utili ad impedire la violazione dei predetti principi ed, alla luce di ciò, ha quindi giudicato non contraria alle norme fondamentali del Trattato la disposizione di cui all'art. 17 L.n. 190/2012, in quanto la previsione – a pena d'esclusione – di un'accettazione scritta degli impegni e delle dichiarazioni contenute all'interno dei protocolli di legalità risponde alla legittima esigenza di contrastare le infiltrazioni di criminalità nel settore degli appalti pubblici.