Vuoi ricevere i nostri aggiornamenti?

Registrati per accedere ai contenuti riservati e iscriverti alla nostra newsletter

PNRR: il Governo rafforza le misure di controllo e modifica il Codice Antimafia. Quando diventa essenziale avere un modello 231?

09/12/2021

D.L. 152 del 6 novembre 2021 (pubblicato in G.U. n. 265 del 6/11/2021)

L’enorme quantità di denaro in arrivo con il PNRR stimola gli appetiti delle organizzazioni criminali ed induce il Governo a rafforzare il sistema di controllo e prevenzione.

Il D.L. 152/2021, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose”, prevede, in un’ottica di “Prevenzione collaborativa”, l’obbligo di adozione in determinate ipotesi del Modello Organizzativo 231.

Il decreto citato, al Titolo IV, riformula la Procedura di applicazione delle interdittive antimafia introducendo importanti modifiche al D.Lgs. 159/2011, il c.d. Codice antimafia.

L’art. 49 del recente decreto introduce nel Codice antimafia il novello art. 94-bis (Misure amministrative di prevenzione collaborativa applicabili in caso di agevolazione occasionale), secondo cui il Prefetto, il quale accerti che i tentativi di infiltrazione mafiosa nell’azienda siano riconducibili a situazioni di agevolazione occasionale (si tratta quindi di imprese  che hanno una attività  lecita e che solo occasionalmente sono strumentalizzate per conseguire fini illeciti estranei al loro fine imprenditoriale)  prescrive con provvedimento motivato varie misure, tra cui alla lettera a)

  • adottare ed efficacemente attuare misure organizzative, anche ai sensi degli articoli 6, 7 e 24 ter del Decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231, atte a rimuovere e prevenire le cause di agevolazione occasionale.

In sostanza,  l’adozione o l’implementazione del Modello 231 può divenire  - ove il Prefetto lo ritenga necessario - uno strumento per il rilascio dell’informazione antimafia liberatoria.

Obbligo che va ad aggiungersi all’ipotesi già prevista dal Ministero della Salute con il DM 70/2015 “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”, da cui è scaturito in molte Regioni la necessità di adottare un Modello 231 per poter intrattenere rapporti con una pubblica amministrazione o essere accreditati per l’erogazione di servizi di pubblico interesse.

Al di là della cogenza o meno, è evidente il favore con cui il legislatore guarda all’adozione del Modello 231 da parte delle organizzazioni ed il vantaggio che gli enti stessi possono trarne, soprattutto nella gestione dei rapporti con le pubbliche amministrazioni e l’accesso ai fondi pubblici.