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Limitazioni tariffarie ai notai? per l’antitrust e intesa restrittiva della concorrenza sanzionabile

05/08/2013

PROVVEDIMENTO AGCM N.24377 DEL 30/5/2013 

E’ sanzionabile per intesa restrittiva della concorrenza il Collegio notarile che, con una propria delibera, limiti l’indipendenza nella determinazione dei compensi garantita a tutti i professionisti (compresi i notai) dalle leggi di liberalizzazione degli ordinamenti professionali, imponendo surrettiziamente le abrogate tariffe e disponendo l’utilizzo del procedimento disciplinare nei confronti dei professionisti che non adeguino la propria offerta economica ai riferimenti tariffari. Con i provvedimenti in esame l’Authority per la Concorrenza torna ad occuparsi della corretta applicazione della normativa sulle liberalizzazioni nel campo delle professioni intellettuali. IL FATTO Il Consiglio notarile di Milano e quello di Bari adottavano delibere simili in cui si sollecitava sostanzialmente l’attenzione dei professionisti ad attenersi, nella determinazione dei propri compensi, a criteri “non discrezionali e nella sostanza equivalenti a quelli che avevano determinato i previgenti tariffari”. Dovendo dunque i compensi essere “adeguati” all’importanza dell’opera prestata dal professionista, il Consiglio notarile richiamava per di più l’attenzione degli iscritti sui controlli che il Consiglio stesso avrebbe effettuato al fine di rilevare “dati attinenti la quantità di lavoro svolto ed i relativi ricavi, per individuare criteri comportamentali medi e scostamenti macroscopici, nei confronti dei quali potrà essere attivato il potere dovere di vigilanza (e del connesso potere disciplinare ndr)” .
LA DECISIONE Di diverso avviso l’Authority, la quale innanzitutto ha chiarito ancora una volta che, ai fini della normativa antitrust, le professioni intellettuali sono da considerarsi a tutti gli effetti attività economiche esercitate in condizioni di concorrenza, ragione per cui possono essere definite a tutti gli effetti delle “imprese”. Gli ordini professionali rappresentano pertanto “associazioni d'imprese”, a cui si applica quindi, sulla base della giurisprudenza (pacifica) di rango comunitario e nazionale, la normativa volta alla tutela della concorrenza (con le relative sanzioni per i comportamenti scorretti). Ciò detto, l’Authority ha ribadito come a seguito degli interventi di liberalizzazione (DL 223/2006, DL 138/2011 e, da ultimo, DL 1/2012) le tariffe minime sono state abrogate e pertanto i professionisti - notai inclusi - possono determinare la misura del proprio compenso in maniera indipendente. In tal senso è da ritenersi scorretto il comportamento del Consiglio dell’Ordine, che mediante una ricostruzione errata della normativa vigente ed, in particolare, attraverso lo strumento disciplinare, cerchi di orientare e limitare il comportamento economico dei professionisti nel mercato di competenza. Pertanto i Consigli degli Ordini vanno applicate sanzioni amministrative da quantificarsi, ai sensi dell’art. 15 L.n. 287/1990, in proporzione al fatturato e, dunque, rispettivamente € 99.403 per il Consiglio Notarile milanese ed € 10.227 per quello barese. Così facendo l’Antitrust ricorda ancora una volta ai Consigli notarili come la stessa Cassazione abbia ritenuto che “la tariffa non è di per sé garanzia della qualità della prestazione, così la deroga alla tariffa con la pattuizione di un compenso più basso rispetto alla stessa non equivale in alcun modo a prestazione scadente” (Cass. Civ. sent. 14/2/2013 n. 3717- vedi Newsletter Febbraio/2013). Sempre citando la stessa Cassazione l’Authority rammenta inoltre come le liberalizzazioni (portate già del DL Bersani e dei successivi interventi normativi citati) abbiano “una valenza di sistema e di riforma economico-sociale, con l’esplicito obiettivo di assoggettare tutte le professioni ai principi di tutela della concorrenza”. Ci si chiede quindi quanto possa sposarsi con una tale, ormai consolidata, prospettiva di liberalizzazione l’attuazione, parcellizzata ed a dir poco minimale, che dei principi pro concorrenziali hanno dato molti Ordini professionali nonostante l’attività di repressione dei comportamenti scorretti portata avanti dall’Authority per la concorrenza.