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In arrivo l’Industria 5.0: tre cose da sapere per arrivare preparati

20/07/2020
Alessandra Delli Ponti

Mentre molti produttori sono ancora impegnati nello sviluppo di metodi per l'interconnessione di nuove tecnologie per migliorare l'efficienza e la produttività - principio guida dell'Industria 4.0 - la prossima fase di industrializzazione è già alle porte e si chiamerà, ovviamente, Industria 5.0 o anche “Collaborative Industry”.

Il nuovo modello di impresa, infatti, è caratterizzato dalla cooperazione tra macchine ed esseri umani, sarà contraddistinta dal fine ultimo di avere prodotti sempre più personalizzati alle richieste dell’utente finale e qualitativamente sempre più elevati.

Per arrivare preparati alla nuova trasformazione industriale sono tre gli elementi essenziali da tenere in considerazione.

  1. L'Industria 5.0 mira a supportare e non a sostituire gli umani

L'impennata della robotica non ha l’obiettivo di eliminare il personale.

L’industria 5.0 vedrà l’integrazione nel mondo del lavoro di nuovi robot i “cobot” e le applicazioni Software Intelligenti (bot). In particolare i  “cobot”, a differenza dei robot attualmente utilizzati nei cicli di produzione, sono robot collaborativi programmati per interagire con gli esseri umani in spazi di lavoro condivisi. Ai “cobot” verrebbero affidati i cosiddetti lavori in 3D: dull, dirty and dangerous, ripetitivi, sporchi e pericolosi, con evidenti vantaggi anche per la salute dei lavoratori.  Ma l’attività dei cobot non sostituirà i lavoratori “umani”, ma dovrà integrarsi con gli stessi per creare un ambiente di lavoro sempre più efficace ed efficiente.

In questo senso, non si può non vedere all’orizzonte anche una inevitabile trasformazione del mondo del lavoro: dei diritti, doveri e responsabilità dei lavoratori.
  

  1. L'industria 5.0 un nuovo equilibrio tra efficienza e produttività

L'obiettivo di Industry 4.0 è quello di interconnettere macchine, processi e sistemi per la massima ottimizzazione delle prestazioni. L'industria 5.0 porta tale efficienza e produttività un passo avanti. Si tratta di affinare le interazioni collaborative tra uomo e macchina.

Un esempio di miglioramento di efficienza e produttività potrebbe essere: un robot che esegue un'attività mentre un sistema di telecamere registra dati visivi. Un lavoratore completa l’attività contemporaneamente al robot dando disposizione e, se la videocamera rileva eventuali discrepanze visive, il lavoratore viene avvisato con opportuni alert in modo da poter apportare correzioni e intervenire.

Quindi, il lavoratore umano dirige e il robot o cobot, che esegue la parte del lavoro più faticoso.

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) lo ha riassunto al meglio: "La proliferazione dell'automazione robotica è inevitabile".

Riconoscendo che l'Europa trascina gli Stati Uniti e la Cina nel progresso di tecnologie come l'intelligenza artificiale (AI), l'organismo consultivo dell'Unione europea (UE) ha chiesto l'accelerazione dello sviluppo dell'IA e della robotica nella regione
 

  1. Quali sono le vulnerabilità?

Il progresso di Industry 5.0 non può essere bloccato, ma ci sono ancora domande e dubbi che i produttori, oltre che i responsabili politici, devono affrontare.

Il rischio informatico resta una criticità da non sottovalutare mai. Incrementando l’automatismo e l’interconnessione il rischio di un incidente informatico porta con sé il rischio di gravi danni per interruzione della produttività e costi per il ripristino in caso di incidente.

Resta, quindi grande protagonista, come nell’industria 4.0, la Cyber security e la conformità al Regolamento UE 2016/679 (o Regolamento Generale sulla Protezione dei dati, GDPR).

In particolare la cyber security, l’uso dei big data, l’Internet of things e l’Intelligenza Artificiale, sono ancora argomenti chiave per una solida costruzione di processi produttivi anche nell’era della personalizzazione dei prodotti e dei cobot, seppur ancora molto sottovalutati.

I dati riferibili a persone fisiche o anche solo informazioni di processo e know how aziendale restano problematica centrale per un sano sviluppo industriale.

Non resta che sperare che le aziende sappiano saggiamente applicare i principi chiave del Regolamento UE 2016/679 (GDPR) tra cui la “privacy by design” e il principio di Risk Based Approach.