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ACCREDITAMENTO: Consiglio di Stato, via libera all’applicazione del “redivivo” D.M. Bindi

20/05/2015

Consiglio di Stato Sez. III, n. 1832/2015

La Giustizia Amministrativa torna per l’ennesima volta sulla questione riguardante le tariffe da applicare per le prestazioni rese dalle strutture accreditate in favore del SSN.

Questa volta, però, oggetto del contendere non è più la durata dell’applicazione della scontistica imposta dalla Finanziaria del 2007  ai fini della remunerazione delle prestazioni rese con il SSN (si veda sul nostro sito: STOP agli sconti sulle tariffe ambulatoriali per gli accreditati al SSN. TAR: non più applicabile la normativa transitoria sulle decurtazioni tariffarie).

La domanda a cui il Giudice Speciale Amministrativo è stato chiamato a rispondere è la seguente: l’applicazione degli sconti può commisurarsi agli importi previsti dal cd. Decreto Bindi, non più in vigore?

Gli appellanti, infatti, sostenevano che le tariffe stabilite con il Decreto del Ministero della Salute del 22 luglio 1996 e i relativi sconti previsti dalla Finanziaria 2007, sarebbero risultati inapplicabili “per essere stata espunta dall’ordinamento la base di calcolo della percentuale di sconto”, rappresentata dal D.M. del “96, annullato in sede giurisdizionale.

Il Consiglio di Stato ha risposto con il seguente ragionamento: anche se annullato il Decreto del Ministero della Salute del 22 luglio 1996 ha continuato a produrre i suoi effetti per volontà del Legislatore ”avendo la norma statale (N.D.R. la Finanziaria del 2007) disposto la reviviscenza delle tariffe stabilite con il primo di detti decreti (N.D.R. il D.M. Bindi) e previsto quindi normativamente una riduzione delle stesse”.

Per l’ennesima volta l’obiettivo cardinale della certezza del diritto, auspicato da opinione pubblica, cede il passo e viene sacrificato dall’ennesima normativa, tanto opaca quanto difficilmente interpretabile, che nel prevedere addirittura la resurrezione di leggi annullate in sede giurisdizionale, si erge inevitabilmente a fonte di un cospicuo contenzioso con larghi margini di imprevedibilità degli esiti. Esattamente come quello in commento.