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SERVICE DI LABORATORIO: per l’Antitrust si alla flessibilita organizzativa e al service extraregionale
ANTITRUST – AS1249 – Regione Sardegna – Prestazioni sanitarie di laboratorio in regime di service
Con il parere che si commenta, l'Antitrust suggerisce una lettura ragionevole e soprattutto pro-concorrenziale delle normative che, soprattutto nel settore della sanità accreditata, troppe volte rispondono più a logiche di pianificazione politica dei servizi che ad una concreta attenzione alla qualità ed alla corretta concorrenza.
L’Antitrust si è pronunciata sulla normativa della Regione Sardegna in materia di service di laboratorio.
Come noto il service, ossia l’affidamento della fase analitica degli esami a un laboratorio diverso rispetto a quello cui accede l’utente per il prelievo, rappresenta una soluzione organizzativa molto utilizzata nel settore laboratoristico.
Ciò per ragioni innanzitutto cliniche in quanto l’esecuzione di determinati esami richiede una elevata specializzazione degli operatori, l’utilizzo di tecnologie molto costose e una numerosità di esecuzioni sufficiente a mantenere una buona qualità del servizio. Detti aspetti, peraltro, incidono altresì sulla stessa sostenibilità economica del servizio medesimo.
In tal senso in questi anni, a seguito dell’ormai risalente Accordo del 23 marzo 2011, le regioni sono state chiamate ad attuare la riorganizzazione delle reti di offerta dei servizi di medicina di laboratorio accreditata, riorganizzazione orientata appunto ad un efficientamento, sotto il profilo qualitativo ed economico, dell’erogazione del servizio sanitario in questione superando soprattutto la eccessiva parcellizzazione dei laboratori caratteristica di molte regioni.
La Regione Sardegna con la DGR 30/7 del 26/8/2003 ha regolamentato il service di laboratorio limitando fortemente le possibilità per le strutture sanitarie private accreditate di ricorrervi.
L’Antitrust prende posizione sulla disciplina sarda evidenziando come “l’istituto del service, nel garantire ai laboratori di analisi maggiore flessibilità nella organizzazione della propria offerta, può concorrere al miglioramento dei servizi sanitari di diagnostica, anche dal punto di vista dell’ampliamento delle modalità di soddisfacimento dell’utenza” e ancora come le restrizioni del service alle sole prestazioni più complesse “introduce una restrizione di ampia portata e non necessaria alla libertà di determinazione delle modalità di offerta dei propri servizi da parte dei laboratori di analisi”.
Del tutto slegati da una prospettiva di garanzia della qualità delle prestazioni risultano essere per l’Antitrust anche le restrizioni, pure contenute nella normativa sarda, della facoltà di scelta dei laboratori cui affidare la fase analitica poiché, ad avviso dell’Autorità, “il laboratorio che ricorre al service dovrebbe poter scegliere di commissionare l’esame diagnostico alla struttura accreditata e specializzata per quel dato esame – tenendo, di volta in volta, conto della sua capacità di svolgere più efficacemente il servizio”.
E ciò anche se il laboratorio destinatario si trovi fuori dalla regione in cui invece insiste la struttura cui accede il paziente. Dunque in tal senso non proporzionate alle ragioni di interesse pubblico sono pure le limitazioni al service extraregionale.
In sostanza, in una prospettiva antitrust, il service è una scelta organizzativa del tutto legittima per i laboratori di analisi che si trovano in tal modo a poter assicurare un servizio sanitario migliore senza pregiudicare la prossimità del presidio al cittadino/paziente.
Una voce, quella dell’Antitrust, che arriva in un momento di grande fermento del settore laboratoristico impegnato dalla riorganizzazione delle reti in corso di attuazione in molte regioni. Vedremo se la Regione Sardegna deciderà di cogliere gli spunti forniti dall’Antitrust cui peraltro, stante detta prospettiva interpretativa, potrebbe rivolgersi, ai sensi dell’art. 21 bis L 287/1990, chi si ritenga leso da analoghe previsioni o provvedimenti amministrativi contenuti anche in recenti norme regionali sulla riorganizzazione della rete laboratoristica accreditata.