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Il rischio del credito verso lo Stato: ma la Pubblica Amministrazione è libera di agire arbitrariamente?
Una gestione finanziaria efficiente impone alle imprese di monitorare costantemente il proprio cash flow, al fine di assicurarsi la liquidità necessaria ad operare.
Questa operazione è resa oggi più complicata
- dall’innalzamento del rischio di insolvenza dei creditori
- dagli ormai patologici ritardi nei pagamenti
Ciò comporta la necessità per le imprese di valutare il rischio di credito dei propri debitori, sia in termini di credit rating (rischio che il soggetto possa risultare insolvente) sia di credit limit, inteso come esposizione massima che è possibile affrontare (fido commerciale). Non solo.
Le difficoltà nell’ottenere il pagamento comporta la necessità di gestire il credito fin dalla fase contrattuale nonché di monitorare costantemente i pagamenti e provvedere ai solleciti in tempi rapidi nonché ove necessario al recupero vero e proprio; è noto infatti che tanto più il lasso di tempo tra il mancato pagamento ed il tentativo di recupero si allunga, quanto più diminuiscono le probabilità di successo dell’incasso.
I cennati principi di gestione sono validi anche nei confronti delle pubbliche amministrazioni, che, vale la pena ricordarlo, nella fase di esecuzione dei contratti sono soggette alle norme del diritto privato.
Come tali sono tenute, ad esempio, al pari di tutti gli altri creditori al pagamento degli interessi di mora previsti dal D.Lgs. 231/2002; nei confronti delle PP.AA. il D.Lgs. 231/2002 prevede inoltre che i termini di pagamento fissati per legge in 30 giorni non possano essere prorogati oltre i 60 giorni.
Ciò significa che una clausola contrattuale con la P.A. che preveda termini di pagamento superiore ai 60 giorni è da ritenersi nulla ex lege e viene automaticamente sostituita dalla previsione normativa dei 30 giorni. Significa che in caso di mancato pagamento entro il termine fissato, gli interessi di mora inizieranno a decorrere senza necessità di messa in mora e conseguentemente l’impresa creditrice ha il diritto di richiederne ed ottenerne il pagamento.
Ma le amministrazioni che costantemente pagano in ritardo, facendo maturare gli interessi di mora, rispettano i principi di efficienza ed economicità cui l’operato del pubblico amministratore dovrebbe conformarsi?
La risposta non può che essere tristemente negativa.