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Nuovo codice appalti: tante le novità rilevanti, ma la sanità non si tocca

Nella Gazzetta Ufficiale del 31 marzo scorso è stato pubblicato il decreto legislativo numero 36/2023, che contiene il nuovo Codice dei contratti pubblici.
Come già riportato nel nostrro articolo "Risultato, fiducia, accesso: i tre princìpi che ispirano il nuovo codice appalti", il nuovo testo unico sugli appalti nasce dall’esigenza di garantire il rispetto, da parte dello Stato italiano, del Piano di Ripresa e Resilienza (legge 108/2021) presentato all’Europa, tra le cui riforme abilitanti era appunto annoverata anche quella sui contratti pubblici.
Ciò per assicurare maggiormente l’applicazione in Italia dei principi di derivazione comunitaria.
Già dalla semplice lettura dell’indice si possono cogliere tanto le novità, quanto le conferme rispetto al recente passato.
Il Libro I° si apre con l’enunciazione dei “Princìpi generali”, che devono essere applicati e rispettati in tutte le diverse fase del procedimento (dalla redazione all’esperimento di gara, fino alla fase esecutiva del contratto). Già la scelta di passare dai due articoli del precedente Codice (articoli 29 e 30) agli undici dell’attuale dimostra l’importanza che si è ritenuto assegnare alle fondamenta su cui edificare ogni procedura, ovvero agli strumenti per definire correttamente ogni disegno di gara.
Particolare enfasi è infine rivolta al “principio del risultato” (articolo 1), vera e propria cartina tornasole dell‘effettiva riuscita della procedura, nonché principio che racchiude in sé quello di legalità, di trasparenza e di tutela della concorrenza.