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Le novità in materia di smart working: dalla nuova legge di bilancio fino al decreto milleproroghe

16/02/2023

Nonostante il superamento della “normativa emergenziale” in senso stretto, lo smart working resta al centro degli interventi del legislatore, il quale negli ultimi mesi, con la Legge di Bilancio (Legge n. 197 del 2022), prima, e con le successive proposte di emendamenti al Decreto Milleproroghe (D.L. n. 198/2022), poi, ritorna ad interessarsi dell’accesso al lavoro agile.

Si rende necessaria una breve premessa sullo scenario normativo che ha preceduto gli ultimissimi interventi del Governo al fine di comprenderne i reali effetti.

Come ricorderete, nell’agosto scorso il Decreto Aiuti-bis aveva prorogato sino al 31 dicembre 2022 il diritto di accesso al lavoro agile a determinate categorie di soggetti, inizialmente previsto solo fino al 31 marzo 2022. I beneficiari di tale misura erano i genitori lavoratori con figli minori di anni 14, a condizione che nel nucleo familiare non vi fosse un genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito per sospensione o cessazione dell'attività lavorativa e, altresì, non vi fosse un genitore senza occupazione, nonché ai cd. lavoratori fragili (così come individuati dal D.M 4 febbraio 2022).

Orbene, la Legge di Bilancio, entrata in vigore il 1° gennaio 2023, ha modificato la categoria dei soggetti titolati ad accedere, di diritto, allo smart working. In particolare, la Legge di Bilancio, da un lato, ha mantenuto sino al 31 marzo 2023 il diritto di accesso allo smart working dei soggetti “fragili” mentre, dall’altro, ha privato di tal diritto i genitori di figli minori di anni 14 (a cui prima, come sopra richiamato, il Decreto Aiuti-bis aveva riconosciuto il diritto di accesso allo smart working sino alla fine dello scorso anno). Per quanto attiene alle modalità di comunicazione, la Legge di Bilancio – per i soli accordi di smart working conclusi a decorrere dal 1° febbraio 2023 - ripristina le “tradizionali” modalità: l’accordo deve formalizzarsi in un contratto individuale scritto e sottoscritto dalle parti che deve essere comunicato al Ministero del Lavoro tramite il modello ordinario "Lavoro agile" disponibile sul sito servizi.lavoro.gov.it.

Nonostante l’evidente restrizione per i lavoratori/genitori, la recente Legge di Bilancio ha comunque mantenuto per tale categoria di lavoratori un trattamento “di favore”. Vero è infatti che la suddetta normativa riconosce ai dipendenti con figli di età pari o inferiore ai 14 anni un “diritto di precedenza” nell’accesso allo smart working. Deve tuttavia considerarsi che la possibilità di esercitare il diritto di precedenza è necessariamente condizionata alla volontà datoriale di attivare lo smart working; una volontà in assenza della quale il diritto di precedenza non può trovare campo d’azione.

Seppur questo sembrava essere l’ultimo approdo della disciplina dello smart working la scorsa settimana le commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato hanno approvato all’unanimità una proposta di emendamento al Decreto Milleproroghe che prevede la proroga - nel settore pubblico e privato - del diritto di accesso allo smart working per i lavoratori fragili (già riconosciuto dalla Legge di Bilancio 2023 ma sino alla fine del mese di marzo) e, altresì, ripristina il diritto di accesso allo smart working per i lavoratori con figli minori di 14 anni, in entrambi i casi sino al 31 giugno 2023, anche in assenza degli accordi individuali e “a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione”, così recita l’emendamento.

Non resta dunque che attendere con l’intesa che medio tempore troverà applicazione la disciplina prevista dalla Legge di Bilancio 2023.