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COVID-19: prorogata la data per il rinnovo del Collegio del Garante Privacy

16/03/2020

Il Decreto “Milleproroghe”, approvato dal Consiglio dei Ministri il 21 dicembre dello scorso anno, aveva fatto slittare al 31 marzo del 2020 il rinnovo del Collegio dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, che già era stato posticipato al 31 dicembre 2019 da due distinti provvedimenti.

Il varo del Decreto cd. “Cura Italia” del 16 marzo 2019, ha comportato una ulteriore proroga della durata in carica degli attuali componenti del Collegio, nelle more della nomina dei nuovi membri.

Più in dettaglio, il D.L. recante misure connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19 ha stabilito all’art.116 che il Presidente e gli altri componenti dell’Autorità eletti dal Senato e dalla Camera il 6 giugno 2012, continuino a esercitare le proprie funzioni fino all'insediamento del nuovo Collegio e, comunque, entro i 60 giorni successivi alla data di cessazione dello stato di emergenza da Coronavirus.

Va precisato che le funzioni che possono essere svolte dall’Autorità nell’attuale fase di epidemia sono limitate agli atti di ordinaria amministrazione e a quelli indifferibili e urgenti, ferma restando la loro cessazione da tali funzioni al momento dell’insediamento del nuovo Collegio.

La ratio dichiarata all’interno del Decreto è quella di evitare che, nel contesto di un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale, le procedure previste per il rinnovo dei componenti debbano svolgersi in un periodo in cui l’attività delle Camere, chiamate a partecipare a tale rinnovo, è necessariamente limitata.

Dall’altro lato, a tale momentanea situazione di limitazione delle attività corrisponde però un verosimile aumento dei trattamenti di dati personali, da parte di organizzazioni pubbliche e private, effettuati per favorire le misure di contenimento del Coronavirus.

In questo scenario, alla necessità – indiscutibile e pienamente in linea con lo spirito del GDPR – di fronteggiare la pandemia anche mediante semplificazioni e deroghe alle norme che regolano il trattamento dei dati personali, deve corrispondere, mediante un opportuno bilanciamento degli interessi, il divieto di sovvertire i principi alla base della protezione dei dati, quale diritto fondamentale che deve riacquistare piena applicazione una volta superata l’emergenza.