Il TAR Puglia annulla i regolamenti regionali sugli ambulatori odontoiatrici

Accolta la tesi che sosteneva come i regolamenti della regione Puglia violassero i principi di imparzialità e neutralità della pubblica amministrazione.
Con la sentenza n. 942/2025, pubblicata l’8 luglio, il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia ha accolto il ricorso presentato dalla società DP 48 S.r.l., attiva con un network di ambulatori odontoiatrici in tutta Italia, e ha parzialmente annullato i Regolamenti regionali n. 5/2020 e n. 6/2021 della Regione Puglia.
La difesa della società ricorrente è stata curata dagli avvocati Silvia Stefanelli e Giorgia Verlato dello Studio Legale Stefanelli&Stefanelli, specializzato in diritto sanitario, che ha assistito anche l’Associazione Nazionale dei Centri Odontoiatrici (Ancod), intervenuta ad adiuvandum a sostegno della ricorrente.
“Il TAR ha accolto le censure delle ricorrenti, rilevando che i regolamenti della regione Puglia violano i principi di imparzialità e neutralità della pubblica amministrazione (art. 97 Cost.), introducendo una disparità di trattamento tra strutture pubbliche, accreditate e private non accreditate”, sottolineano gli avvocati Stefanelli e Verlato aggiungendo: “Solo queste ultime erano infatti assoggettate alla verifica di compatibilità con il fabbisogno regionale per ottenere o aggiornare l'autorizzazione all’esercizio, mentre le altre categorie di operatori erano completamente esentate”.
I Giudici hanno inoltre dichiarato illegittimo il criterio numerico automatico adottato dalla Regione (una struttura ogni 500.000 abitanti o frazione superiore a 250.000 abitanti per ASL) per determinare il limite massimo dell’offerta odontoiatrica nella Regione. Secondo il tribunale amministrativo, infatti, sono incomprensibili le ragioni a fondamento di un tale criterio quantitativo applicato al fabbisogno, rendendolo di fatto privo di adeguato supporto tecnico e non coerente con le specificità territoriali.
“La sentenza –commenta l’avvocato Stefanelli- assume rilievo anche al di fuori del settore odontoiatrico: i principi affermati dal TAR possono estendersi a tutte le branche specialistiche sanitarie e a tutte le Regioni italiane, ogniqualvolta si adottino regolamenti che condizionano l’apertura di nuove strutture a criteri di fabbisogno non equi, non ragionevoli o non coerenti con l’obiettivo di tutelare la salute pubblica”.
“Abbiamo affrontato questo contenzioso con un approccio improntato al principio di equità tra pubblico e privato. Non si tratta di mettere in discussione la programmazione sanitaria, ma di ricordare che essa deve applicarsi in modo uniforme e ragionevole a tutti gli operatori. Siamo convinti che solo una corretta collaborazione tra pubblico e privato, nel rispetto delle regole e delle rispettive responsabilità, possa garantire la tenuta e lo sviluppo del nostro Servizio Sanitario Nazionale” conclude l’avvocato Verlato.