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TECNOLOGIA, WELFARE E DATI COMUNI - FESTIVAL DELLA DEMOCRAZIA DI TORINO

01/04/2017

Sono a Torino e sta parlando in questo momento Francesca Bria, italiana, assessore all’innovazione di Barcellona.

Il messaggio che sta lanciando è che la tecnologia può (e deve) essere lo strumento per una nuova democrazia ed un nuovo welfare.

Mi ha molto colpito l’affermazione che la tecnologia NON è neutra.

La tecnologia fa parte delle nostra vita quotidiana, è un dato oggettivo, incontrovertibile.

Se i decisori politici  non colgono questa realtà con le sue opportunità e non gestiscono questo processo, è destino che la rotta venga definita dalle multinazionali.

E’ pensiero comune che prima viene la tecnologia e poi decidiamo cosa possiamo farne. Occorre capovolgere il paradigma: prima dobbiamo definire gli obiettivi e dopo piegare la tecnologia agli obiettivi sociali.

Altro tema è quello dell’uso dei dati.

I dati sono un valore, non solo economico ma anche un valore sociale.

Attraverso l’analisi dei dati è possibile capire e definire le necessità e gli obiettivi.

A Barcellona, oggi, il Comune  ha proposto un “patto sociale dei dati”: la pubblica amministrazione cioè ha palesato ai cittadini di aver bisogno dei loro dati per studiare nuovo politiche sociali.

Quanto sopra  vale anche per la sanità. 

I dati sanitari sono un bene importante: non solo da difendere a tutela del singolo paziente, ma anche per creare una ricchezza comune per lo sviluppo della collettività.

Sono, cioè, un BENE COMUNE.

L’obiettivo della pubblica amministrazione  sanitaria - oggi chiamata a ripensare ai processi per implementare il Reg 679/2016 - non può essere solo quello di proteggere i dati, ma deve anche essere quello di “sfruttare” la mole dei dati che si creano per il bene collettivo; cioè non una politica solo di tutela, o estrattiva, ma anche anche politica di sviluppo.

E occorre altresì far crescere  il cittadino in questa consapevolezza: i dati sono bene comune e possono rappresentarte uno strumento per la crescita di tutti.

Occorre cioè, anche in sanità, sviluppare una economia cooperativa dei dati che si contrapponga ad una mera economia commerciale.